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lunedì 8 dicembre 2014

Una "terapia tris" per curare il mieloma presentata al congresso dell'America Society of Ematolgy

SAN FRANCISCO - Nuove terapie in combinazione e sempre più mirate per il linfoma e il mieloma multiplo stanno migliorando il trattamento dei pazienti più difficili da trattare. È quanto emerge da alcuni studi presentati al 56° Congresso dell’American Society of Ematology (ASH) che si è aperto oggi a San Francisco con la partecipazione di oltre 20mila medici provenienti da tutto il mondo per i quali il congresso rappresenta l’evento più importante per aggiornarsi sui progressi della ricerca scientifica nel campo dell’ematologia. 
Al congresso nei prossimi giorni saranno presentati anche altri tre studi sui progressi nel trattamento del mieloma. Si tratta di esempi della cosiddetta “terapia di precisione” tra cui un inibitore del proteosoma e due anticorpi (CD28) che mostrano risultati incoraggianti in associazione con il trattamento standard nei pazienti con recidiva o resistenti alle terapie. “Anche se l’eradicazione del mieloma aggressivo e del mieloma multiplo restano ancora la sfida maggiore, la scoperta di diverse e promettenti strategie terapeutiche rappresenta per i medici e i ricercatori uno stimolo eccitante” ha detto al Congresso Brad Kahl, professore associato di Medicina presso l’Università del Wisconsin. “Con la combinazione di più terapie e con lo studio dei risultati nei pazienti vulnerabili, stiamo imparando di più su come poter aiutare meglio coloro che non rispondono alle terapie”.
 
La “terapia tris” contro il mieloma multiplo. Tra le principali novità presentate al Congresso, la “terapia tris”, ovvero la combinazione di tre farmaci contro il mieloma multiplo. I ricercatori hanno scoperto che aggiungendo un terzo ingrediente (carfilzomib) a un mix di due composti già utilizzati in coppia (lenalidomide e desametasone), la malattia viene 'congelata': resta ferma, senza progredire, per oltre 26 mesi in media. Sono questi i risultati dello studio di fase III 'Aspire' annunciati dalla società scientifica Usa in una conferenza stampa ufficiale e pubblicati oggi sul New England Journal of Medicine. Lo studio Aspire ha valutato carfilzomib per iniezione più lenalidomide e desametasone rispetto a lenalidomide e desametasone in pazienti affetti da mieloma multiplo recidivante. Lo studio ha raggiunto il suo endpoint primario dimostrando che la combinazione di Carfilzomib, Lenalidomide, and Dexamethasone è in grado di aumentare in modo significativo la sopravvivenza senza malattia a 26,3 mesi rispetto ai 17,6 mesi della combinazione con soli due farmaci, il che significa un miglioramento di 8,7 mesi in termini di sopravvivenza libera da progressione .


Uno studio in Fase 1 sui pazienti con funzionalità renale compromessa

Uno studio in Fase 1 studio sta indagando sui risultati di elotuzumab in combinazione con Revlimid (lenalidomide) e desametasone (Decadron) nei pazienti con mieloma multiplo con vari livelli di funzionalità renale. Il dodici per cento dei pazienti erandi nuova diagnosi, il resto aveva precedentemente ricevuto un trattamento con Velcade  (bortezomib) (81 per cento), talidomide (Thalomid) (42 per cento), e Revlimid (35 per cento). Nel complesso, il 75 per cento dei pazienti con funzione renale normale, il 67 per cento dei pazienti con insufficienza renale grave e il 56 per cento dei pazienti con malattia renale allo stadio terminale ha risposto al trattamentoSecondo gli investigatori, la combinazione è stata ben tollerata in tutti e tre i gruppi di pazienti. Hanno dichiarato che i pazienti con insufficienza renale grave e con malattia renale allo stadio terminale possono essere trattati con 10 mg di elotuzumab in combinazione con Revlimid e desametasone.

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